Nel Galletto tutto appariva come una novità: la foggia del veicolo che partiva dalle più tradizionali moto coperte per inserirsi nell’allora florido segmento dello scooter rappresentava un ibrido per i gusti dell’epoca.
-----
Sull’insieme pesarono il design anticonvenzionale, il blasone di una grande Casa costruttrice ed alcune soluzioni assolutamente inedite, come lo schema della forcella tratto dall’originale sistema ideato per il Gambalunga 500 dall’ing. Giulio Cesare Carcano.
Non di meno l’idea della ruota di scorta (ed in particolare una ruota ‘alta’ a differenza di Vespa e Lambretta) collocata sullo scudo frontale della motocicletta, anche e volutamente a parziale protezione del pilota seppe conquistare il gusto degli italiani.
Fornendo peraltro loro la possibilità di superare l’empasse delle forature, agguato costante e incubo sulle strade di allora.
Il tutto mirato ad una propria personalità, alternativa a quegli scooter che in quel momento indicavano già da anni l’indirizzo consolidato del mercato.
L’accerchiamento dei motori a due tempi di Piaggio e Innocenti fu rotto dalla Moto Guzzi con l’idea di affidarsi ad un robusto motore a quattro tempi con valvole in testa e caratteristiche di tenuta sotto sforzo entrate ormai nella leggenda.
Una soluzione che avrebbe da un lato evitato il confronto diretto con questi due ‘must’ da cui nessuno - e la storia lo dimostra - sarebbe uscito vincitore e dall’altro per fornire il veicolo di quelle caratteristiche di solidità, costanza e affidabilità che vedevano nei prodotti Guzzi una vera e propria costante.
Un risultato che taluno, a posteriori, sottolinea, non sarebbe certo stato così rilevante se il Galletto non fosse stato un prodotto di una casa storica e blasonata come la Moto Guzzi.
La diffusione del Galletto fu tale che ancora oggi il successo vive nella passione di molti motociclisti e nel generico apprezzamento di cui in generale gode il Galletto.
Una passione che muove un mercato collezionistico piuttosto rilevante.
.
- Dossier Galletto 150 -
