Il galletto rampante: storia di un simbolo

Il disegno del galletto ‘rampante’: un segno oggi tradizionale, ma che fu frutto di un lungo percorso di selezione grafica.

-----

ATTENZIONE

Tutte le fotografie appartengono all'archivio dell'autore e sono coperte da copyright internazionale.

Tutti i diritti sono riservati, nessuna riproduzione è consentita!

-----

Il Galletto nasce da un'idea che viene da lontano: creare un tipo di veicolo, lo scooter a ruote grandi, che all'epoca non esisteva.

Pratico, robusto e funzionale, il nuovo veicolo doveva essere reso immediatamente riconoscibile anche da un simbolo grafico che lo caratterizzasse nella produzione della Moto Guzzi.

Nasce così il disegno del logo del Galletto, ovvero lo schizzo colorato collocato sul paragambe destro che raffigura un galletto che razzola.

La selezione del bozzetto, come abbiamo potuto accertare attraverso le nostre ricerche, passò per una elaborata serie di modelli e di progetti grafici.

Infatti, in tempi non troppo remoti, gli archivi storici della Moto Guzzi ci hanno svelato come fosse articolato il percorso di selezione grafico del simbolo, che venne scelto direttamente da Carlo Guzzi.

Se il patron della Casa di Mandello decise subito dopo un safari africano (di cui era un grande appassionato) di adottare per il Galletto il bel colore beige sabbia - che per molti aspetti ricordava il tradizionale coloniale opaco dei mezzi militari di qualche lustro prima - la selezione del marchio avvenne per passi, sino ad ottenere, con il disegno effettivamente adottato, una grafica decisamente innovativa ed un passo più avanti rispetto ai bozzetti sino ad allora contemplati.

Non ci è dato sapere chi effettivamente elaborò il bozzetto definitivo e se questo raggiunse la sua forma definitiva oggi conosciuta per passi o sin da subito, è un fatto però che nella nostra ricerca in Moto Guzzi ci siamo imbattuti, ormai qualche anno fa, nelle tavole originali di alcune proposte grafiche che consentono di capire il percorso fatto anche da un punto di vista artistico.

In quegli anni ci accompagnava nella peregrinazione al santuario mandelliano il compianto amico Umberto Todero, disegnatore e tecnico del reparto corse ed esperienze della Guzzi.

Trovato il documento, ottenemmo che fosse esposto in un quadro nelle sale del Museo (giusto sopra un non eccellente 192 a pedale ivi conservato…); gli schizzi qui illustrati mostrano l’evoluzione e le varie ipotesi grafiche, nonchè le prove colore che furono vagliate (e poi bocciate…) da Carlo Guzzi.

Decisione nel tratto e nelle linee, grafica stile anni Quaranta in taluni casi, un po’ più di innovazione in altri.

Fatto sta che alla fine tra questi bozzetti e il disegno della decalcomania che troveremo sul Galletto passa una grandissima diversità.

Innanzitutto va detto che nel disegno definitivo troveremo un galletto intero, mentre nelle bozze si legge giusto solo la ricercatezza della testa del gallo.

Nello schizzo definitivo c’è cromatismo e dinamismo, mentre le teste qui prodotte paiono più statiche e tradizionalmente araldiche, per certi aspetti.

Una cosa però è certa: lo sviluppo della grafica avvenne in tempi brevi, probabilmente nella primissima fase di sviluppo dei prototipi dei Galletti 150cc, tanto che sin dalle prime apparizioni ufficiali in fiere e nella pubblicità sulle riviste, il Galletto aveva già il suo bel ‘gallettino’ sul paragambe destro.

Sempre per il Galletto esistono anche delle belle fusioni di bronzo, di cui non è chiara la nascita ma che dovevano, nelle intenzioni dei loro creatori, ornare probabilmente i primi modelli di Galletto, forse come extra offerto dai concessionari ai clienti più importanti.

Non è chiaro se fossero applicate per saldatura, ribattitura o semplice incollaggio: in tanti anni abbiamo avuto occasione di vedere versioni decisamente piatte (in genere incollate sul dorso dei bauletti portaoggetti, disponibili come optional) e degli esemplari leggermente bombati, da applicarsi evidentemente sulla sagoma dello scudo paragambe.

Sono pezzi ormai rari, per collezionisti raffinati.

La maggior parte dei Galletti di serie aveva invece la tradizionale decalcomania multicolore, di aspetto vagamente "futurista", divenuta un marchio indelebile nell’immaginario collettivo e oggi il simbolo di una grande passione.

Related Posts with Thumbnails