Il Galletto 150 cc: la presentazione al Salone di Ginevra del 1950

L’appuntamento della Moto Guzzi nel 1950 con l’“International Motor Car, Motor Cycle and Cycle Show” di Ginevra segna il debutto del Galletto.
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Una rara immagine dello stand Guzzi al Salone di Ginevra del 1950, col prototipo del Galletto.


La sua gestazione era durata circa tre anni, ma alla prima apparizione ufficiale il nuovo veicolo creato da Carlo Guzzi, conquista il consenso degli operatori.

Saranno infatti lusinghieri i commenti riportati dalla stampa internazionale mentre i concessionari organizzano le prime ordinazioni.

Se la motocicletta di per sé appare diversa dalle linee a cui da sempre la Casa di Mandello ha abituato, il suo essere una via di mezzo tra lo scooter e la moto a ruota alta viene immediatamente recepito come una formula innovativa e vincente.

La novità non è rappresentata solo dal mostrarsi come una moto coperta di nuova concezione, ma anche per il colore che si pone fuori dalla tradizione della Moto Guzzi.

Proprio a Carlo Guzzi si deve questa geniale composizione tra elementi tradizionali del marchio dell’aquila e l’innovazione costituita da disporre di un telaio aperto dal baricentro bassissimo e per questo molto stabile anche sulle strade sterrate del dopoguerra.

Geniale infine la possibilità di disporre della ruota di scorta nonostante il diametro da 17, collocata sullo scudo anteriore del veicolo anche a parziale protezione del conducente.

In questa prima versione il Galletto nasce con una cilindrata di 150 cc, data da un alesaggio di 60 mm e una corsa di 53 mm, con un cambio a tre marce.

In breve, al momento della omologazione del modello e della sua produzione, la cilindrata passò a 160 cc, portando l’alesaggio a 62 mm e mantenendo la medesima corsa, dando respiro all’erogazione di quei 6,4 cavalli annunciati nella versione in 150 cc di cui sarebbero stati prodotti solo cinque esemplari.

Sin da subito il Galletto si pose come il veicolo alternativo, capace di un grande rendimento sotto sforzo e adatto a neofiti e motociclisti e questo nonostante un costo tutt’altro che abbordabile: nel salone di Milano del novembre 1950 risulta a listino a 228.000 lire, contro i 125.000 lire di una Lambretta 125C o le 168.000 lire di una Vespa.
Dai primi prototipi da 125 cc e dotati di telaio in tubo e carter umido, la versione definitiva del Galletto si mostra come un complesso in cui domina l’insieme di lamierati di acciaio tra loro inchiodati o saldati.

Il motore, a sua volta, con un inconsueto albero montato a sbalzo, appare innovativo, con un eccellente cambio e capace di consumi ridottissimi (circa 40 chilometri al litro), mostrandosi peraltro con una soluzione squisitamente aeronautica, quale le aste della distribuzione montate incrociate come in uso sui motori stellari.

Dalla presentazione a Ginevra indi a quella milanese pochi mesi dopo, alla produzione di serie le modifiche non furono sostanziali, ma solo ritocchi nelle forme ed in alcune soluzioni stilistiche.

Il tutto per dare origine al Galletto 160, oggi un ricercato veicolo da collezione, le cui quotazioni da tempo sono in costante crescita.
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- Dossier Galletto 150 -
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